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La ristampa del romanzo “L’uomo di Torino” presentata a Bra

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L’iniziativa a cinquant’anni dalla morte dell’autore, domenica scorsa a Palazzo Traversa, insieme all’inaugurazione della mostra fotografica sulle concerie braidesi

Non è la prima volta che si accendono i riflettori sulla figura e l’opera di Velso Mucci: Bra gli aveva già dedicato nel 2011 il Convegno “Conoscete quest’uomo”, il terzo dopo quelli del 1982 e 1995.

Domenica scorsa, a cinquant’anni dalla sua morte, è stata ufficialmente presentata la ristampa del suo romanzo “L’uomo di Torino”. A ricostruire la vita dell’illustre letterato braidese, a presentarne l’opera e a leggere stralci del romanzo sono stati l’assessore alla Cultura Fabio Bailo, il nipote di Mucci, Alberto Alberti, e la professoressa Gabriella Del Treste.

Ha ricordato nel suo intervento l’assessore Bailo «Mucci è nato a Napoli nel 1911, da madre piemontese e padre abruzzese. Nell’agosto del 1924, il padre, maestro di musica nel Regio Esercito, viene trasferito a Torino, ottenendo una sede che permette alla madre Nina Boglione di essere vicina ai fratelli, conciatori di pelli braidesi: Bra diventa così il centro di parte dell’attività letteraria e dell’impegno civile di Mucci. A Torino si laurea in filosofia, poi negli anni Trenta si trasferisce a Parigi dove, insieme al cugino Alessandro Alberti, si occupa di una libreria in rue Séguier, quindi a Roma, tra politica, stampa ed editoria. Negli ultimi anni di vita Mucci vive a Londra, dove si dedica al romanzo della sua vita, “L’uomo di Torino”: lì si spegne, il 6 settembre 1964, dopo breve malattia».

Ha poi proseguito Alberto Alberti: «È fin troppo evidente che è stata la passione per il “libro d’arte”, maturata negli anni di Parigi, a sollecitare Mucci all’impresa del Concilium Lithograficum: l’idea di comporre un testo poetico abbinato ad una litografia artistica è stata un’operazione raffinata che ha coinvolto poeti del calibro di Palazzeschi, Savinio, Sinisgalli, De Libero, Vigolo, Bontempelli, Cardarelli ed artisti quali Maccari, De Chirico, Tamburi, De Pisis, Cagli, Purificato, Carrà. Stampate presso l’Istituto Grafico Tiberino tra la fine del 1944 ed il 1947 in tirature non superiori agli ottanta esemplari, le quattordici cartelle del Concilium Lithographicum costituiscono oggi un’autentica rarità per bibliofili e collezionisti».

Subito dopo il presidente de “Gli Amici dei Musei” Adalberto Bianchi, ed il professor Francesco Bonamico, hanno introdotto la mostra fotografica “Le concerie braidesi tra XIX e XX secolo”, curata dall’associazione Amici dei Musei e realizzata dal Comune di Bra e dal Sistema Museale Urbano cittadino in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Bra e l’Arci.

Dopo l’inaugurazione di domenica, l’esposizione è visitabile fino al 19 ottobre 2014, dal lunedì al sabato in orario 15-18, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Per gruppi e scuole è possibile organizzare visite guidate, previa prenotazione alla segreteria del museo di via Parpera 4, al numero 0172.423880 oppure all’indirizzo e-mail: traversa@comune.bra.cn.it.

Fonte Bra Notizie

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