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«Da ex linee ferrate a strade turistiche»

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Piumatti: «Dall’assessore Cirio iniziativa per il rilancio della mobilità sostenibile e per battere il degrado; si migliorerà la fruibilità sicura dei nostri territori con la posa di infrastrutture flessibili realizzate a km zero»

Ha creato un vero e proprio dibattito la recente iniziativa della Regione Piemonte e dell’assessore allo Sport e al Turismo Alberto Cirio sul recupero delle reti ferroviarie del territorio dismesse da almeno 10 anni, infrastrutture da trasformare in un circuito di piste ciclabili collegate ad itinerari storico-culturali in grado di far vivere ancora più intensamente il territorio a turisti e residenti.
Tra i sostenitori dell’emendamento approvato dal consiglio regionale, anche l’imprenditore Giuseppe Piumatti, patron di Bra Servizi e dell’omonimo Gruppo industriale leader nei servizi ambientali. «Si tratta di un provvedimento destinato a produrre benefici su ampia scala contrastando il degrado e migliorando la fruibilità sicura dei nostri territori con la posa di infrastrutture flessibili e realizzate a km zero per una mobilità alternativa a quella automobilistica», spiega Piumatti. Una soluzione che potrebbe interessare anche qualche area della provincia Granda. «Come ho avuto modo di argomentare nel corso di un convegno nel passato autunno – ricorda il patron di Bra Servizi -, il recupero delle linee ferroviarie dismesse passa attraverso il rilancio della logistica da una parte e la loro trasformazione in percorsi escursionistici e sportivi dall’altra. Positivo che, per quest’ultima opzione, si prenda in considerazione la ex strada ferrata Bra-Ceva sia per la sua valenza simbolica sia perché ancora una volta Cuneo viene valorizzata per le importanti eccellenze industriali nei settori delle coperture stradali dedicate e assurge a cabina di regia per sperimentazioni innovative ».
E quando parla di sperimentazioni, Giuseppe Piumatti sa il fatto suo: attraverso Tritogom, fondata con i soci Bruno Cauda e Domenico Stella, l’imprenditore ha infatti avviato la raccolta e lavorazione degli pneumatici fuori uso, dai quali viene ricavato il polverino, ossia il materiale granulato che mixato con il bitume appronta pavimentazioni stradali, urbane e sportive contraddistinte da elevati standard di solidità, resistenza a fattori climatici avversi e tutela antinfortunistica. Forte della sua esperienza e del suo spirito imprenditoriale, Giuseppe Piumatti trova l’iniziativa della Regione la mossa adatta a valorizzare patrimoni che col tempo andrebbero totalmente persi, confermando che così «le ex linee ferroviarie potranno rivivere, diventando strade ad alta intensità turistica».

Articolo tratta da Il Giornale del Piemonte del 17/08/2013 pag 10

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  • Stefano Sibilla

    La realizzazione di piste ciclabili è in sé positiva, ovvio, ma l’ipotesi di sacrificare sedimi ferroviari è illogica, va proprio in senso contrario alla sostenibilità della mobilità, e finisce con rappresentare una minaccia di de-infrastrutturazione del territorio.
    Se una pubblica amministrazione vuole veramente realizzare piste ciclabili per una mobilità alternativa, restringa la Fondovalle Tanaro (abbassando i limiti di velocità e facendoli rispettare) e ricavi a lato della strada o da strade poderali i sedimi per le piste.
    La ferrovia, non dimentichiamo, è il migliore alleato della mobilità ciclabile; sacrificarla sarebbe un grave errore strategico.

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